San Martino - Chi è |
di
Don Franco Resinelli
Amatissimo parroco di Pajna SAN MARTINO, Vescovo di Tours (Sabaria 316 o 317 – Candes, 8 novembre 397, funerali l'11 novembre a Tours)
Lui
aveva fatto così in gioventù quando, cavaliere della guardia imperiale, aveva
incontrato un povero tremante di freddo. Non avendo due mantelli, tagliò in due
con la spada quello che indossava, donando la metà. In sogno vide Gesù, avvolto
in quel mezzo mantello, che gli sorrideva riconoscente.
L'episodio notissimo é
diventato il gesto simbolico di San Martino, la sua storia però non si ferma
qui. È molto lunga e complessa: storia non leggenda!
Nato
nella provincia romana della Pannonia, odierna Ungheria. Suo padre, molto
probabilmente tribuno militare, fu poi di guarnigione a Pavia, dove Martino
passò la fanciullezza.
Si
arruolò come il padre nella guardia imperiale: è in questo periodo ad Amiens,
che avvenne l'episodio del mantello dimezzato.
Cavaliere romano, ma
cristiano.
Per attendente aveva uno
schiavo al quale però puliva i calzari e trattava come un fratello.
Gesto forse ancora più
significativo del mantello: indica l'atteggiamento d'animo dei cristiani di
quel tempo.
Terminato il servizio
militare, venne ordinato sacerdote esorcista. Tornò in Pannonia e convertì al
cristianesimo la mamma. Combatté gli eretici ariani e dovette rifugiarsi in
Liguria. Finalmente tornò a Poitiers, dove poté dedicarsi alla vita
contemplativa, nel celebre monastero di Ligugè.
Quando
la città di Tours restò senza vescovo, si pensò a lui: fu chiamato con la scusa
di guarire un malato. Invece del malato trovò una diocesi bisognosa delle sue
cure e nel 370 venne consacrato Vescovo di Tours. Di lui qualcuno disse:
"Soldato per forza, monaco per scelta, Vescovo per dovere".
Aveva
scelto la vita monastica, ma l'aspettava il compito del Vescovo. E come Vescovo
cominciò la grande opera di conversione dei Galli, di assistenza alle
popolazioni povere e di resistenza contro i poteri civili che volevano
intromettersi nelle questioni ecclesiastiche.
Fu
un formidabile lottatore, un instancabile missionario, un grandissimo Vescovo,
sempre vicino ai bisognosi e ai perseguitati. Disprezzato dai nobili, irriso
dalle mezze calzette, malvisto anche da una parte del clero che lo trovava
troppo esigente, Martino resse la diocesi di Tours per 27 anni tra contrasti e
persecuzioni. Falsamente accusato da un suo prete, Brizio, diceva: "Se
Cristo ha sopportato Giuda, non dovrei sopportare Brizio?".
Stremato di forze, malato:
"Signore, se sono ancora necessario. .. altrimenti venga la morte".
Morì nel 397 a Candes. Si
sdraiò sulla cenere, cinto da un attrezzo di penitenza (il cilicio), rifiutando
ogni copertura: "Il cristiano non deve morire in altro modo", disse
ai suoi monaci.
La sua fama di santità fu
enorme, sopratutto in Francia, dove fu invocato come "primo patrono
del Paese". Sembrò addirittura un personaggio da leggenda: in realtà é la
storia meravigliosa e faticosa di uno dei più grandi vescovi di tutti i tempi.
(cfr.
Bargellini - Santi del giorno) |